La saggezza del sistema

Non c’è più di un modo per dirlo, ma è facile da dire: il mondo è un sistema complesso, non è fatto da interazioni lineari e regole immutabili ma cambiamenti continui secondo modalità di auto-organizzazione e co-evoluzione che esistono da sempre.

Da questo discende e si crea diversità che rende tutto (e tutti!) più interessante.

Tuttavia, c’è qualcosa dentro di ciascuno che vorrebbe che le cose fossero organizzate su un piano lineare, dritto, con un inizio e una fine, invece che su una linea curva, in parte ricorrente e in parte modificabile: riconoscere l’imprescindibile e umano bisogno di certezza e uniformità apre la visione alla possibilità di vedere che c’è uno spazio interiore (e esteriore) che ha la capacità di sentire che la complessità ci appartiene, che noi siamo il prodotto di sistemi di feedback interdipendenti, che riconosce la bellezza nei fenomeni irregolari e asimmetrici.

È dunque un campo di consapevolezza che portiamo nel campo lavorativo e nelle interazioni personali ed è tempo di accorgerci.

La consapevolezza del sistema ci insegna a restare pronti al cambiamento (e alla sorpresa!) e a considerare come incompleti i modelli mentali e gli strumenti degli attrezzi che usiamo, spesso inconsapevolmente. Ci insegna che esiste l’imprevedibile e, se c’è qualcosa che non sappiamo, il migliore approccio è non pretendere di avere il controllo totale della situazione: mappare ciò che accade, osservarne il funzionamento, ammettere gli errori e condividere le idee e assumersi la responsabilità di cosa muove dentro, prima che fuori.

La saggezza del sistema farà il resto: intervenire ciecamente o con la pretesa della direzione, infatti, blocca l’innata capacità del sistema, e delle relazioni tra i suoi componenti, di auto-generarsi e auto-organizzarsi.

Il sistema apprende e insegna: le buone pratiche si rinforzano da sé, se viste. Essere al servizio del sistema non è un modello che si studia, ma una visione che si apprende sperimentando e ponendo attenzione al campo generato da sé stessi.

Di seguito riporto un esempio di come in una impresa sono stati recepiti e comunicati gli input emersi dalla visione co-costruita e che hanno guidato la progettazione e lo sviluppo di attività concrete di organizzazione e formazione per tutti i portatori di interessi interni e esterni all’azienda.

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